montagna e lago
28 giovedì Feb 2008
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in28 giovedì Feb 2008
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in27 lunedì Ago 2007
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in Sabato sera ho fatto un incontro speciale. Ho incontrato pippi calzelunghe; non l'avevo riconosciuta subito, così, senza il cavallo a pois e la sua scimmietta. Così le ho chiesto chi fosse… e lei ha cominciato a sciorinarmi la lista dei luoghi dove aveva vissuto.
Io le ho chiesto di raccontarmi la sua storia e aprendo le mani mi ha mostrato i suoi tanti cuori…
uno per ogni vita che le avevano raccontato e che avrebbe raccontato a me.
Ha ragione pippi: più di ogni altra cosa i luoghi che ci hanno accolto hanno impresso nelle nostre cellule la loro forma, i loro colori e il loro profumo. Ne portiamo la traccia nella memoria, ma spesso anche nella pelle, nei capelli e a volte nelle carni.
Ma prima ancora che venissimo modellati dallo spazio che abbiamo abitato e che ha al tempo stesso abitato le nostre sensazioni, emozioni ed esperienze, è il tempo che ha prodotto la miscela da cui ognuno di noi è scaturito.
E' sempre il tempo che crea.
E soprattutto il tempo degli altri: la catena infinita di vita, amori, ferite e stupori che trasforma il passato in un torrente cangiante di colori sapori e suoni che non si spengono mai del tutto… almeno fino a quando ci sarà qualcuno a ricordarli. E a raccontarli.
In questo fiume è bello tuffarsi e ripercorrerlo al contrario come i salmoni, che cercano di dare futuro alla vita tornando all'origine, al luogo da cui è nato tutto.
E' una corrente dove siamo al tempo stesso punto di partenza e punto di arrivo.
Per questo non mi sono sorpresa quando, chiedendole chi ero io, lei mi ha mostrato migliaia di cuori passati, quelli di coloro che mi hanno preceduto e ha cominciato a raccontarmi le loro storie.
Così stanotte mi sono persa col pensiero nel loro numero, che aumentava vertiginosamente mano a mano che mi faceva retrocedere nella storia e nelle storie, vere, sognate o immaginate, di tutti coloro dei quali porto inevitabilmente la traccia nel corpo.
E inevitabilmente nell'anima.
Ho cercato con lei nel passato le vite narrate dal vento, immaginato i racconti sussurrati davanti ai camini, finto di ascoltare le fiabe che mi raccontano ancora i volti muti di chi, pur sopravanzandomi, mi segue da sempre sui fili della mia ragnatela.
Chissà la mia storia chi la racconta
E ora allora ancora inizia un'altra storia di memorie, che non sono meno mie di quelle di coloro che mi hanno preceduto, solo mi assomigliano un po' di più